Le collezioni egee del Museo Archeologico di Firenze (MAF)

Luigi Adriano Milani, direttore/curatore del "Regio Museo Archeologico" di Firenze - così si chiamava alla fine dell'Ottocento l'attuale Museo Archeologico Nazionale di Firenze -, aveva predisposto un'apposita sala, la XVIII (FIG. 1), per l'esposizione di una sezione definita di "antichità preelleniche", composta da diversi lotti, che comprendeva "non solo i prodotti specifici della civiltà egea e micenea, ma altresì quelli della civiltà premicenea in Anatolia e nelle isole greche, nonché quelli protogreci di Rodi e di Cipro" (Milani, guida a "Il Regio Museo Archeologico di Firenze", Firenze 1912, pp.84-85). La nascita di questi lotti è molto varia, anche se si sviluppa in un periodo che copre poco più di un decennio (fra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento).

Il primo progetto di ricerca da noi dedicato alla costruzione di musei interattivi, MUSINT, si concentra su queste collezioni, con una suddivisione dei materiali a seconda delle aree di provenienza (FIG. 2). La maggior parte degli oggetti, dopo una prima limitata esposizione che si protrae nella prima metà del Novecento, viene trasferita nel piano sotterraneo del Museo (FIG. 3), non visitabile se non dagli addetti ai lavori, e solo da poco la sala X del secondo piano, la prima della "sezione greca", è stata dedicata alle Civiltà egee e alla Civiltà cipriota (FIG. 4), offrendo al visitatore la possibilità di ammirare almeno alcuni degli oggetti più belli delle collezioni.

Tra questi si trovano anche alcuni sigilli egei e alcune cretule da Haghia Triada, oggetto di MUSINT II. Questi oggetti hanno una storia all'interno del Museo diversa dal resto della collezione. Infatti, fin dal loro arrivo sono stati collocati in un'apposita sezione concernente la glittica e la numismatica, denominata il "Monetiere", visitabile saltuariamente al primo piano del Museo (FIG. 5).

I due progetti MUSINT e MUSINT II rendono possibile un'esplorazione di tutti i pezzi della collezione, con l'auspicio che un sempre maggior numero di essi possa essere collocato in sale espositive.

FIG. 1 FIG. 2 FIG. 3 FIG. 4 FIG. 5